Collected Item: “Abbracci mancati”
Titolo
Abbracci mancati
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Il valore di un abbraccio
Una strana e triste primavera, silenziosa come non lo è mai stata.
Solo il canto degli uccelli risuona più forte che mai; niente grida allegre di bambini, niente rumore di macchine.
Attraverso il vetro della finestra sento il caldo ritorno della primavera senza poter abbracciare nessuno; né il morbido tappeto di erba, né le persone care. Abbiamo capito il valore immenso di un abbraccio, di una stretta di mano, di un tramonto in natura, di un bagno nel lago e di una passeggiata nella montagna solo quando sono venute a mancare.
E mi prometto di non dimenticare mai di abbracciare un albero, di guardare i fiori, le colline, il lago e le montagne.
I giorni passano sempre uguali. È tardi, ma non oso dire ai bambini di andare a letto. Lo so che la televisione è solamente un pretesto. Stanno aspettando pazientemente. Sono le ore 23; si sente arrivare qualcuno e la porta si apre. I bambini si alzano ma ormai sanno che uno spontaneo abbraccio fra padre e figli non è possibile. C’è un rituale dell’igiene da rispettare e loro aspettano. Solo per poter chiedere “papà quando parti ancora? e “papà quando ritorni?”. La risposta: “parto domani presto e torno dopodomani sera”.
Vedo due occhi stanchi che durante il giorno sono stati nascosti dietro ad una visiera ed occhiali di protezione. Occhi che si sono rispecchiati negli occhi spenti di chi nessun abbraccio potrà mai più ricevere.
E nonostante la tristezza che mi avvolge ritorno ad avere fiducia.
Oggi è un nuovo giorno; dalla finestra sto scrutando i paesaggi fantastici che mi si svelano davanti agli occhi e che non posso ancora abbracciare: verdi e morbide colline macchiate da mille petali di fiori sbocciati con tutta la forza di una primavera.
E mi prometto ancora di non dimenticare mai il valore di un abbraccio.
Una strana e triste primavera, silenziosa come non lo è mai stata.
Solo il canto degli uccelli risuona più forte che mai; niente grida allegre di bambini, niente rumore di macchine.
Attraverso il vetro della finestra sento il caldo ritorno della primavera senza poter abbracciare nessuno; né il morbido tappeto di erba, né le persone care. Abbiamo capito il valore immenso di un abbraccio, di una stretta di mano, di un tramonto in natura, di un bagno nel lago e di una passeggiata nella montagna solo quando sono venute a mancare.
E mi prometto di non dimenticare mai di abbracciare un albero, di guardare i fiori, le colline, il lago e le montagne.
I giorni passano sempre uguali. È tardi, ma non oso dire ai bambini di andare a letto. Lo so che la televisione è solamente un pretesto. Stanno aspettando pazientemente. Sono le ore 23; si sente arrivare qualcuno e la porta si apre. I bambini si alzano ma ormai sanno che uno spontaneo abbraccio fra padre e figli non è possibile. C’è un rituale dell’igiene da rispettare e loro aspettano. Solo per poter chiedere “papà quando parti ancora? e “papà quando ritorni?”. La risposta: “parto domani presto e torno dopodomani sera”.
Vedo due occhi stanchi che durante il giorno sono stati nascosti dietro ad una visiera ed occhiali di protezione. Occhi che si sono rispecchiati negli occhi spenti di chi nessun abbraccio potrà mai più ricevere.
E nonostante la tristezza che mi avvolge ritorno ad avere fiducia.
Oggi è un nuovo giorno; dalla finestra sto scrutando i paesaggi fantastici che mi si svelano davanti agli occhi e che non posso ancora abbracciare: verdi e morbide colline macchiate da mille petali di fiori sbocciati con tutta la forza di una primavera.
E mi prometto ancora di non dimenticare mai il valore di un abbraccio.
Data di creazione
2020-05-04
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